Quando molla la presa sulla roccia e un breve urlo risuona nella valle, la tensione sale altissima. Ma era solo un gioco, l'arrampicatore è solidamente agganciato alla fune e il suo partner lo sta sostenendo dal basso. Sulla parete di roccia pastosa si susseguono lunghe corde penzolanti, climber con i muscoli tesi nello sforzo, eleganti arabeschi di luce solare filtrata dai rami degli alberi.
Alle pendici dell'altura, un torrente scorre con le sue acque limpide, formando conche trasparenti e piccole cascate.
Siamo nel comune di Camaiore, in un'area dall'ambiente straordinariamente vario che va dalle Alpi Apuane al mare della Versilia, attraversando colline e pianura. Candalla sorge alle spalle del capoluogo, poco distante dalla frazione di Vado, in prossimità di un vecchio molino, dove ha origine un sentiero boschivo di grande fascino. La passeggiata si arrampica, costeggiando le sponde del rio Lombricese, in un itinerario affascinante che permette di soddisfare molti palati: gli amanti della natura, gli appassionati di arrampicata sportiva e persino i patiti di archeologia industriale.
Su questo percorso si possono infatti trovare i resti di antichi opifici, come molini, frantoi, polverifici e di un pastificio la cui prima notizia risale al 1854. Queste fabbriche, le cui attrezzature e sistemi di funzionamento sono in parte ancora visibili, sfruttavano l'energia idraulica per azionare i macchinari. Gli impianti più antichi risalgono almeno al XV secolo e costituiscono un patrimonio archeologico unico nel suo genere. Notevole è l'effetto di contrasto tra le bellezze naturali delle sponde del torrente e l'architettura delle strutture protoindustriali legate alla trasformazione dei prodotti agricoli con i relativi impianti idraulici dotati di gore, chiuse, bottacci, serbatoi.
Il Gruppo Archeologico Speleologico di Camaiore organizza anche visite guidate che illustrano sia la storia che la tecnologia di questi opifici.
I patiti di archeologia possono anche approfondire i ritrovamenti da parte del gruppo archeologico di insediamenti che risalgono all'età del Bronzo (da 3.500 a 3.000 anni). A poca distanza da qui, raggiungibile col sentiero che parte da Trescolli, sopra il paese di Casoli, c'è la Grotta all'Onda, dove è stato rinvenuto il Dna dell' uomo versiliese , che è ancora oggetto di scavi da parte della direzione del Museo Archeologico. C'è poi chi si reca a cercare i ruderi del castello di Lombrici dal quale venne asportato nel 1225 durante la guerra tra Pisani e Lucchesi il quadro della protettrice di Pisa, la Madonna di Sotto gli Organi, che si trova nel Duomo di Pisa.
Attraversando, sui sassi lisci, il corso d'acqua, si raggiungono le pareti degli arrampicatori. A partire dagli anni Ottanta sono state attrezzate ed oggi, per gli appassionati, rappresentano un'area di scalata tra le più belle d'Europa. Gli arrampicatori possono trovare una attrezzatura generalmente buona e gradi di difficoltà differenti a seconda che decidano di provare le rocce di Candalla Bassa, più agevoli, o quelle di Candalla Alta, decisamente più impegnative. L'Associazione Sportiva Magicandalla è da tempo impegnata nel recupero dell'area, ripulendo il sentiero, occupandosi della manutenzione della rete escursionistica e delle aree di arrampicata. Recentemente ha ricevuto finanziamenti da parte del comune di Camaiore per proseguire in questa meritoria attività che prevede anche l'organizzazione di corsi base per cominciare ad arrampicare e un calendario di passeggiate sia a Candalla che nelle altre zone delle Apuane Meridionali.
L'obiettivo principale dell'associazione è comunque far nascere il parco del Lombricese. Il proposito è pienamente giustificato dalle bellezze naturali di questo territorio.
Una escursione ai piedi delle Alpi Apuane offre continue sorprese. L'acqua fredda e cristallina scorre tra le cosiddette "marmitte dei giganti", cavità abbastanza regolari, di forma più o meno cilindrica, scavate nella viva roccia dall'abrasione di materiali detritici che, trascinati dalla turbolenza delle acque, agiscono con traiettorie circolari.
L'aspetto del Lombricese è quello di un tipico torrente appenninico con buche a volte molto profonde. Nelle numerose conche, collegate tra loro da piccole cascate scroscianti, c'è la possibilità di fare il bagno. L'acqua è pulita perché il rio non è soggetto a scarichi di alcun genere. La buona qualità dell'acqua è dimostrata dalla presenza di una grande varietà di insetti che passano la vita allo stato larvale attaccati alla parte inferiore di alcuni sassi immersi nel torrente. Di questi organismi si nutrono le trote presenti nel torrente.
Tra gli animali della zona, grazie anche alla presenza dei ruderi degli opifici, vi sono alcuni rapaci notturni, come barbagianni e civette, per non disturbare i quali gli arrampicatori evitano di superare certe altezze sulle pareti.
Particolare interesse rivestono le specie floreali. Su alcune rocce vi sono piante endemiche Apuane come il rhamnus glaucophillus, il ranno delle Apuane . Nel sottobosco si trovano edere, vari tipi di felci, ciclamini, gerani selvatici, piante medicinali come l'erba cimicina, e piante velenose come l'elleboro, la Daphne, il pittoresco gigaro (detto pan di serpe) con la sua spiga di bacche rosse. Tra gli alberi domina il carpino nero, ma sono presenti frassini, sambuchi particolarmente rigogliosi e, sulle rive del torrente, gli ontani con le loro rosse radici che emergono dall'acqua.
Una giornata trascorsa nel silenzio di una natura incontaminata, nel piccolo paradiso di Candalla, è un'esperienza estremamente piacevole. Una cenetta in uno degli ottimi ristoranti della zona, magari alla Locanda delle Monache a Camaiore o da Le Meraviglie in località Montemagno sarebbe un perfetto coronamento della gita.