Scritti / Romanzi
Tecniche (inefficaci) di seduzione epistolare
 
Tecniche (inefficaci) di seduzione epistolare

Prima mail

Come stai? Novita' sul videoregistratore? E sulla Nutella? E, soprattutto, leggerai questo messaggio? E a che ora? In tempo per rispondermi? Prima di pranzo? Riusciremo a vederci oggi? E domani? E oggi e domani? E posso ancora mandare mia mamma dal parrucchiere con il rischio che trovi su qualche giornale scandalistico la mia foto con un titolo "Chi e' il misterioso accompagnatore di Linda"? E ancora, oserei dire, eccetera?

Dubbi.

Tra un'attesa e un mattino con levataccia e sonno e barba da fare e traffico e rogne in ufficio, il caos sulla scrivania, una collega rompiglioni, la fisiologica fretta di questa azienda, sempre in emergenza, ma di che, poi, se tutto quello di veramente rilevante ci accade e' altrove, in altri palazzi, altre teste, per altri obiettivi.

Altri dubbi.

(Ma quelli di prima li sentivo di piu').

Il tempo migliora. Dov'era quell'altro posto per pranzare insieme? e quando? C'e' un ristorante cinese proprio qui dietro, stasera la palestra, gli addominali, il tipo magro sudato, avevi la sciarpa ieri? sul motorino faceva freddo, stamattina avevo un po' di tosse, lunedi' non ho segnato, anzi ho giocato male, anzi mi sono fatto male a un polso e a una coscia, mi hanno dato un rigore a favore ma l'ha tirato un altro, pero' abbiamo perso, un massacro, 10 a 5, e shrimps con noci non li avevo mai mangiati, neanche a Londra, e l'edicola di San Lorenzo in Lucina, e un articolo sul giornale, letto dopo, che ne parla, ieri era l'anniversario di mio padre, per tutto il giorno ho provato a concentrarmi, ma non ci sono riuscito, la lontananza, l'assenza, tu dicevi che il dolore assume una dimensione sostenibile, e' quasi il riflesso su uno specchio, sull'acqua, c'e' ma non e' reale, i cerchi concentrici, si, i piu' larghi, i piu' estremi, i piu' deboli, quelli che vanno a sparire, a sfiorire, e il tempo che passa, cavolo! come passa, troppo in fretta, il motorino, ma avevi un foulard ieri?, gli addominali, una settimana un giorno, quale settimana? quale giorno? perche' non oggi, com'era quella citazione? succhiare il midollo della vita, si, carpe diem, sempre lui, Robin Williams, non in mrs Doubtfire, Mediaset, Forza Italia, la gonna per tua sorella, le mamme, re Artu', Gianni Morandi, doppia personalità, forse una sola, quale mi piace di piu' di tutte queste, ma se e' solo una? cocacola si nutella no, carpe diem, Linda, succhiare il midollo della vita, leccare il cucchiaino di nutella, neanche un semaforo rosso, pensa che fortuna! siamo arrivati in un attimo, grazie, ciao, il videoregistratore, ci penso, una settimana un giorno, quale settimana? quale giorno?

 
Materiali di risulta

epa

750.000 per il buco di casa, 43 mq su due livelli, in questa zona di puttane e travestiti brasiliani. 900.000 lire di alimenti per la bambina. L'assicurazione e il bollo, le bollette. Le sigarette. Poi finisci che ti compri questa birra al supermercato, a 950 lire la bottiglia da ¾, e questo schifo di pasta liofilizzata. Ti sbrachi in boxer sul divano davanti alla tv e rimani là fino alle 4 di notte, quando con l'alito appestato, il collo incordato sali in bagno a pisciare, lavi i denti e ti sbatti nudo sul basso materasso di gommapiuma del tuo letto merdoso.

Questa è la cazzo di vita quotidiana. Per questo la mattina alzi le chiappe, ti infili nell'armadio e ne esci vestito in qualche modo. E poi fuori di casa. E poi ogni giorno speri che non ti abbiano fottuto o scassato la macchina. E poi ogni giorno butti l'occhio alle tette artificiali del trans che abita nel basso di fronte al quale hai parcheggiato. E ogni cristo di giorno vai a fare il campione di intelligenza e capacità manageriali nel tuo squallido ufficio. E poi non sopporto l'aria condizionata. Col fisico del cazzo che mi ritrovo, riesco a muovere il collo regolarmente si e no tre giorni al mese.

Da quando ho messo su una pancetta che mi dà un'aria affidabile, rimorchio di più. Chissà, certe donne magari si sentono tranquillizzate da forme non aggressive. Del resto con le mie amiche ho sempre avuto un rapporto molto paterno. Sarà questo mio modo pacato di parlare. Saranno magari le cazzate che dico con l'aria di affermare chissà quale verità rivelata. Anche se poi aggiungo sempre che non esistono leggi universali e che quello che dico vale solo per me e solo per me in quel momento. Finiscono sempre per farmi confidenze.

Stanno lì a raccontarmi stronzissime storie di uomini. Poi io le tratto bene, ma meriterebbero le mandassi a cagare. Sempre questa odiosa necessità di giustificare la voglia di scopare. Perché cazzo non possono dire semplicemente, Mi piace e me lo voglio fare? No, c'è sempre bisogno di un po' di ipocrita moralità. Deve essere ogni volta qualcosa di più. Sentimenti quando sono sensazioni. Amore se si tratta solo di scariche di adrenalina, di ormoni. Come se fosse poca roba. La fitta nell'inguine, dico. Neanche una ricca chiavata, bella intensa può riappacificarle con il cervelletto bacato alla ricerca di motivazioni. Oh, le sento mentre si ripetono, Perché, perché l'ho fatto? Hanno ancora la fregna calda e irritata dallo strofinamento, i deliziosi arrossamenti della pelle. Ma lui dorme o è nel cesso o se n'è già andato. Non mi è rimasto niente, dicono. Cosa volevi? La firma? Come Florentino Ariza, dovevano scriverti sul ventre Questa, fighetta è mia?

Una cosa seria! Come se una scopata fosse qualcosa meno di una cosa seria. Cosa c'è di più serio di una bella scopata ?

Mi sono rotto il cazzo di questo moralismo d'accatto. Sessuofobia ed erotomania: questa è la morale cattolica che ci hanno inculcato.

Che poi mica è vero. Se ogni povero cristo che se le scopa volesse metter su famiglia con loro, qualcuno può davvero credere che ci starebbero? Ma che! Era solo una scopata, ma bisogna abbellirla con tante stronzate, la tenerezza, l'affetto, con la simulazione di un sentimento profondo.

Non vivrò abbastanza per vedere la vera liberazione dei costumi sessuali. Due che si piacciono, scopano senza recondite intenzioni e poi quel che accade, accade. Non vivrò abbastanza, e allora quando posso chiavo.

Be', c'era questa mia amica che non me l'aveva data mai. Ci si scherzava sempre su, ma se per caso diventavo più intraprendente si allontanava. Una sera a casa sua si è lasciata massaggiare il viso, abbiamo bevuto vino e whiskey e poi l'ho scopata. Erano anni che ci provavo. Ha un paio di belle tettine. Più piccole di come piacciono a me. Ma è sempre un bello strizzare. E poi sa scopare e gode.

Altrimenti uno va con le puttane.

Con 50 sacchi te ne trovi di molto belle. La più bella era una croata, bionda, all'Eur. Si chiamava Maria. Bella, ma non mi tirava. Avevo un cazzetto moscio e sono venuto per carità divina. All'inizio mi facevo fare solo pompini. Ma i pompini con il condom sono meno piacevoli di una sega. Così ho deciso di scopare. Una volta una nera del Madagascar, davvero una bella fica, aveva insistito per togliermi lei il preservativo, alla fine. Aveva le mestruazioni. Mi è venuto in mente qualche giorno dopo. Anche se avevo usato il preservativo sono andato a farmi le analisi. Questa merda di malattia.

Insomma, questa mia amica, Sabrina, non so se poi è stato per la mia pancetta. Ma chi può dirlo. Non credo alle combinazioni. Prima quando ero più magro non è accaduto. Ora si. Mi si è aperta come una voragine e mi ci sono infilato con forza e rabbia. Non era tempo di dolcezza. Voleva solo sentirlo dentro, voleva sapere che era eretto e duro perché lei, proprio lei, col suo piccolo corpo e le sue belle tette, con la sua bocca e le sue carezze, mi eccitava. La conquista. Cos'altro muove il mondo?

Per premio mi ha fatto un pompino con discreta abilità.

E ho cominciato a sudare e a fumare così il mio corpo oggi emette umori, odori, fumo, per tacere della rinite cronica e del muco, dell'aria fetida che mi esce dalle viscere. E dello sperma, visto che mi masturbo tutte le mattine nella speranza di rimediare una donna per la sera e di non rischiare una eiaculazione precoce. Mi manca solo di cominciare anche a sputare catarro per terra. Oggi, sulla riva di un lago, in questo silenzio, devo restare qui per ascoltare i miei pensieri, boati, senza fuggire, senza aiuti, è il mio percorso e va seguito tutto, in perfetta solitudine. Ho ormai un solo punto di riferimento certo, mia figlia. Anzi due: me stesso e mia figlia. I bambini della mia vita. Mi figlia non la vedo quasi mai. Se potessi, mi vedrei il meno possibile.
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